Nelle settimane del coronavirus che ci ha confinati in casa, tutti suggeriscono di usare la tecnologia per restare in contatto. Le scuole propongono lezioni online e lauree via Skype, i musei offrono la visita virtuale, la spesa si ordina al computer, impazzano le biblioteche digitali e i video di Youtube.
Anche noi, come gli amici di Danzarte, abbiamo ragionato sul fenomeno, e ci siamo posti qualche domanda:
cosa si intende per lezione online? ha senso nel taichi una pratica virtuale? e registrare una lezione da trasmettere ai praticanti?
Alla fine del ragionamento, abbiamo deciso che non registriamo le lezioni, non facciamo una playlist di Youtube, non inviamo video whatsapp al gruppo – anche se la nostra decisione non vuole rappresentare una critica a chi ha scelto questi strumenti.
Abbiamo invece optato per uno strumento di videoconferenza, grazie al quale possiamo incontrarci e praticare insieme – nello stesso tempo, anche se non nello stesso spazio. Perché la nostra pratica si nutre anche del rapporto con le persone, ed è un rapporto che genera energia. Ci vediamo, ci sentiamo, abbiamo la percezione di non essere soli. Ci salutiamo con il sorriso all’inizio e alla fine della lezione.
Per il nostro maestro, che ci vede e controlla dal suo schermo, è certamente una fatica maggiore: deve preparare lezioni di pratica che si possano fare in un metro quadrato, visto che nessuno di noi ha una palestra in casa. A lui va il nostro ringraziamento e un abbraccio (virtuale 😆).
L’invito, come sempre ma più di sempre, è a studiare e impegnarsi, in vista del rientro. Buona pratica a tutti.