RI-COMINCIO DA 10

Qualche sera fa mi hanno chiesto da quanto praticassi … due veloci calcoli ed ecco apparire il fatidico numero 10:  dieci anni fa ho iniziato un nuovo lavoro e ho cominciato il “ lavoro ” del praticante di Tai chi chuan.

1-0 è linguaggio binario per eccellenza, base dell’energetica cinese: yang-yin, luce-buio, pieno-vuoto, maschile-femminile, eccetera:  potrei andare avanti all’infinito come sono infiniti gli 1-0.

Gran bel numero, impegnativo e di tutto rispetto. Mi sono ritrovata a ragionare un po’ sui miei anni di pratica, cercando di richiamare alla memoria le sensazioni dell’inizio e cogliere le sensazioni della pratica di oggi, 10 anni dopo.

All’ allieva principiante devo riconosce l’arroganza e la fortuna della novellina che si affaccia per la prima volta sul campo di gioco del Taichichuan: cose nuove da scoprire, muscoli dolenti dei quali non sapevo nemmeno l’esistenza e poi l’entusiasmo di ogni fine lezione quando, nonostante il male alle ginocchia nello scendere le scale, avevo la sensazione di aver afferrato qualcosa, compreso un movimento, fatto dei progressi … ok, ok non era tutto semplice: coordinazione da affinare, equilibrio da recuperare – ma nel complesso niente di così esageratamente difficile.

D’altronde cosa ci sarà mai di difficile, di complicato in 1-0, vuoto–pieno, yin-yang.

Beh, dopo dieci anni mi ritrovo oggi alla vigilia dell’inizio del corso a capire che in quel 1-0 c’e ancora tutto da scoprire. Che nella semplicità di quel numero si celano infinite sensazioni, movimenti fatti di vuoti-pieni, azione-stasi; e che il campo di gioco del mio Taichichuan è di non credere che siano “finiti”, ma di cogliere in loro qualcosa di dinamico e di riuscire a farli interagire “tra” di loro perché è “in“ e “nello spazio di” quel “tra” che scaturiscono altrettanti 1-0-1-0-1-0-1-0 all’infinito.

“Il Supremo Tao produsse l’Uno
l’Uno produsse il Due
il Due, ritornando all’Uno
produsse il Tre
Il Tre dette vita alla moltitudine degli Esseri e delle Cose” *

Storia raccontata da Paola Spinoni

*Tratto da LAO TZU, Tao Te Ching tav. 42